Month: November 2017

Gli dei etruschi,greci e romani

Differenze, corrispondenze, caratteristiche, rappresentazioni grafiche nelle culture delle diverse civiltà  https://www.google.it/search?source=hp&ei=H9UBWpH2F6XZgAaqtaiIAw&q=dei+greci+e+romani&oq=dei+greci&gs_l=mobile-gws-hp.1.1.0l5.3696.8087.0.11335.13.11.2.5.5.0.186.1642.0j10.10.0….0…1.1j4.64.mobile-gws-hp..1.12.1011.3..35i39k1j0i131k1j0i10k1.197.VrhgS_vCCEk#imgrc=yn1kYWd6mo5S6M...

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TRACCE DEL “PALESTINE REGIMENT” IN ROMAGNA

Abstract:Sotto il nome generico di Brigata Ebraica operarono le “Compagnie” di ebrei arruolatesi volontariamente nel 1941 nelle file dell’esercito inglese e nella Brigata Ebraica vera e propria, formazione combattente autonoma, istituita (non senza qualche riluttanza da parte del primo ministro inglese  Churchill) nel 1944. Questa formazione partecipò alle ultime fasi della guerra in Italia Settentrionale. La sua attività non si limitò alle operazioni belliche, ma interessò molteplici interventi, ad esempio per recare aiuto agli ebrei perseguitati e scampati alle leggi razziali ed alle persecuzioni. In Romagna passarono 5.000 uomini della Brigata che parteciparono attivamente alla sua liberazione; molti di loro qui si dovettero fermare: nei cimiteri di guerra di Piangipane (Ra), Faenza (Ra), Vecchiazzano (Fo), Coriano (Rn) e S. Lazzaro (Bo), si contano 100 lapidi bianche con la stella di David, ma spesso, i luoghi della nostra regione dove sono passati i soldati israeliti, sono poco noti anche a noi che ci viviamo. Con questo laboratorio intendiamo rendere note una serie di “piccole storie” che hanno coinvolto i luoghi del nostro territorio e che sono spesso ignorate dalla storiografia ufficiale. Finalità: Dal “secolo della devastazione” (il ‘900), secolo di grandi e insostenibili sofferenze, possono ancora emergere per noi storie dimenticate. Sono episodi storici ritenuti marginali, ma che restituiscono racconti di libertà e di riscatto; tra questi si collocano le vicende della Brigata Ebraica Combattente in Italia. Lo scopo del laboratorio...

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Editto di Rotari

Abstract Scritto in un rozzo latino, l’editto di Rotari, promulgato dal re longobardo nel 643, è la prima raccolta di leggi di quel popolo. Si tratta di un codice criminale che ad una serie di comportamenti ritenuti riprovevoli associa una pena pecuniaria o corporale. Ne emerge uno straordinario quadro di valori, comportamenti, pratiche che rendono una vivida immagine di un tempo assai lontano e per noi difficile da capire. Una oculata selezione dai articoli originali consente di indirizzare un laboratorio su più livelli ad ragazzi del primo biennio delle secondaria superiori. Antologia dall’Editto di Rotari Se qualche uomo avrà fatto disegni e ordito trame contro la persona del re, sia punito a morte e i suoi beni confiscati. Se qualcuno insieme al re avrà tramato la morte o avrà ucciso un uomo per comando di lui, non sia per niente colpevole, e né lui né gli eredi suoi soffrano molestia o richieste di danni dall’uomo o dai suoi eredi. Perché credendo noi essere il cuore dei re nelle mani di Dio, non è possibile che un uomo possa vendicare colui che fu ucciso per ordine del re. Se qualcuno avrà denunciato al re un uomo, accusandolo di aver tentato di ucciderlo, sia lecito all’accusato dimostrare la sua innocenza col giuramento e discolparsi. E se sarà risultato qualche elemento di sospetto e tale uomo è presente, gli sia lecito discolparsi...

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