Abstract:Sotto il nome generico di Brigata Ebraica operarono le “Compagnie” di ebrei arruolatesi volontariamente nel 1941 nelle file dell’esercito inglese e nella Brigata Ebraica vera e propria, formazione combattente autonoma, istituita (non senza qualche riluttanza da parte del primo ministro inglese  Churchill) nel 1944. Questa formazione partecipò alle ultime fasi della guerra in Italia Settentrionale.

La sua attività non si limitò alle operazioni belliche, ma interessò molteplici interventi, ad esempio per recare aiuto agli ebrei perseguitati e scampati alle leggi razziali ed alle persecuzioni.

In Romagna passarono 5.000 uomini della Brigata che parteciparono attivamente alla sua liberazione; molti di loro qui si dovettero fermare: nei cimiteri di guerra di Piangipane (Ra), Faenza (Ra), Vecchiazzano (Fo), Coriano (Rn) e S. Lazzaro (Bo), si contano 100 lapidi bianche con la stella di David, ma spesso, i luoghi della nostra regione dove sono passati i soldati israeliti, sono poco noti anche a noi che ci viviamo.

Con questo laboratorio intendiamo rendere note una serie di “piccole storie” che hanno coinvolto i luoghi del nostro territorio e che sono spesso ignorate dalla storiografia ufficiale.

Finalità:

Dal “secolo della devastazione” (il ‘900), secolo di grandi e insostenibili sofferenze, possono ancora emergere per noi storie dimenticate. Sono episodi storici ritenuti marginali, ma che restituiscono racconti di libertà e di riscatto; tra questi si collocano le vicende della Brigata Ebraica Combattente in Italia.

Lo scopo del laboratorio è quello di partire dalle tracce lasciate sul nostro territorio per ricostruire all’interno della “grande storia”, le piccole storie che ci aiutano a cogliere il volto più umano e coinvolgente degli avvenimenti.

Non solo, questi racconti gettano nuova luce, a volte opaca, sulla storia d’Israele e offrono nuove chiavi di lettura per comprendere la storia contemporanea.

Classi coinvolte:

è un’attività pensata per alunni di 3^ media inferiore.

Durata:

4 – 6 h di laboratorio.

Prerequisiti:

  • conoscenza dei movimenti sionisti europei dell’inizio del ‘900
  • conoscenza dell’ideologia nazista e delle leggi razziali del 1935
  • conoscenza delle fasi della 2^ Guerra Mondiale, in particolare della parte seguente allo sbarco in Sicilia degli Alleati
  • conoscenza di Google Maps

Obiettivi:

  • usare fonti di diverso tipo (documentarie, iconografiche, narrative, materiali, ecc) per ricavare conoscenze su temi definiti
  • formulare problemi sulla base delle informazioni raccolte
  • costruire grafici e mappe spazio-temporali, per organizzare le conoscenze studiate
  • collocare la storia locale in relazione alla storia italiana, europea, mondiale
  • conoscere aspetti e strutture dei momenti storici italiani, europei e mondiali studiati
  • usare le conoscenze apprese per comprendere problemi interculturali e di convivenza civile
  • produrre testi, utilizzando conoscenze, selezionate e schedate da fonti di informazione diverse

Metodologia e articolazione dell’attività:

L’approccio didattico è improntato sulle indicazioni più volte fornite da Antonio Brusa per il laboratorio di storia: si riproducono in classe le operazioni tipiche del “lavoro dello storico”. Le operazioni fondamentali che debbono essere sollecitate dal laboratorio didattico di storia si possono così riassumere:

  1. porsi delle domande e mettere a fuoco dei problemi;

  2. selezionare, cioè scegliere fra fonti diverse;

  3. interrogare e tematizzare;

  4. interpretare, ossia fare inferenze;

  5. comunicare, ovvero scrivere un testo storico.

La proposta di laboratorio pertanto cercherà di riprodurre questi diversi momenti di riflessione.

ATTIVITA’ LABORATORIALE

1^ FASE:

si presentano alcune fonti iconografiche che documentano la presenza di simboli ebraici in luoghi del nostro territorio significativamente legati alla storia della 2^ Guerra Mondiale.

 

A questo punto si chiede ai ragazzi di riconoscere i simboli e di formulare ipotesi sulle ragioni che hanno giustificato la loro presenza nello scenario della 2^ Guerra Mondiale in Romagna. Le ipotesi più condivise saranno appuntate in una tabella. Le ipotesi e le domande degli studenti trovano risposte nel documento:

http://www.e-story.eu/digital-learning-environment-access/e-workshop/wp-content/uploads/2017/11/La-Brigata-ebraica-e-la-liberazione-dell.docx

2^ FASE:

la classe viene divisa in gruppi tendenzialmente omogenei (affinchè la responsabilità sia equamente divisa tra tutti i partecipanti) e ad ogni gruppo sarà assegnato il seguente documento:

“Il diario militare della Brigata Ebraica, nella redazione del sergente Jack Levy, si può leggere anche come un vero e proprio tour della Romagna:

Il 26 febbraio 1945 un’autocolonna di 500 mezzi lasciò Fiuggi diretta al Nord. Il 28 attraversammo Rimini e qui vedemmo gli orrori della guerra: interi quartieri erano ridotti a cumuli di rovine e le poche case rimaste in piedi portavano i segni delle esplosioni e dei proiettili. Passammo poi a Cervia, che era il centro di raccolta della Brigata e da qui, alle 4 di mattina, ci dirigemmo al fronte. Il battaglione si lasciò alle spalle Ravenna bombardata, dirigendosi a Villanova e qui per la prima volta si trovò sotto il fuoco. Il III Battaglione lasciò Cervia il 3 marzo diretto a Mezzano. Il I Battaglione partì il 5, sempre alla volta di Mezzano. Il primo scontro avvenne il 6 marzo nella terra di nessuno La Giorgetta. Le nostre postazioni erano fra il Lamone e il Senio. (…) Tra il 21 e il 22 si fecero i preparativi perchè la la brigata italiana Cremona desse il cambio alla nostra nel settore di Mezzano. Passammo i nostri giorni di riposo a Mezzano e da lì andammo all’ospedale di Ravenna a far visita ai nostri compagni feriti, in maggior parte da mine. (…) Il 25 marzo arrivammo a Faenza, la città era semidistrutta, tutti i ponti erano crollati e al loro posto erano stati costruiti dei ponti Bailey. Il 30 e il 31 marzo le pattuglie del nostro primo Battaglione si scontrarono di nuovo con quelle nemiche presso Fugnana e la maggior parte delle perdite furono causate al I Battaglione appunto in quei giorni: 5 morti, 1 disperso e 12 feriti. Il 4 aprile si scoprì che nella zona di Ossano il nemico usava una chiesa come posizione mimetizzata e fortificata. L’aviazione inglese riuscì a individuarla e a distruggerla. (…) All’inizio dell’attacco principale la nostra Brigata ricevette l’ordine per il 10 aprile di stabilire una testa di ponte al di là del Senio (…) La nostra unità entrò a Cuffiano. L’11 aprile avanzammo in direzione nord-ovest conquistando Monte Ghebbio, Monte Olivi, Monte Guerzola, Mazzolano, Carotte, Colombarina. (…) Il 12 aprile tutti e tre i battaglioni avanzavano rapidamente inseguendo il nemico in ritirata. Arrivammo a Riolo dei Bagni insieme alla Friuli e salendo sui monti a Nord del paese raggiungemmo Torre. Presso Imola i tedeschi aprirono un violentissimo fuoco e questo sarebbe stato l’ultimo contatto con il nemico in ritirata. (…) Da qui i nostri battaglioni tornarono a Brisighella per un periodo di riposo.”

(In: “I ragazzi venuti dalla terra di Israele” di Primo Fornaciari – Longo Editore Ravenna)

 

Nell’aula di informatica, ogni gruppo dovrà costruire una mappa che ripercorra i luoghi evidenziati nel documento. Lo strumento sarà Google Map e, se i ragazzi fossero già abbastanza abili, si potrebbe invitarli a produrre dei lavori simili a quello presentato di seguito.

https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1U_-z8S0t8nZaOgF4NudUfujMaHFmx_OD&ll=44.27252434098775%2C12.140470800000003&z=10

 

3^ FASE:

si mostrano alcuni manifesti usati per il reclutamento dei soldati ebraici e s’invitano gli alunni ad analizzare le immagini, i simboli e le scritte per cogliere somiglianze e differenze al fine di individuare messaggi differenti.

 

Dal confronto dovrebbero emergere 3 categorie:

  • i manifesti che fanno appello all’orgoglio sionista
  • i manifesti che promuovono il soccorso alle popolazioni vittime del Nazismo
  • i manifesti che invitano alla vendetta

Questa riflessione ci porta ad evidenziare le diverse motivazioni che spinsero gli ebrei di Palestina ad arruolarsi nella Brigata Ebraica, corpo combattente all’interno dell’Ottava Armata britannica: da una parte ci fu il desiderio di correre in aiuto degli ebrei rimasti in Europa; dall’altra qualcuno fu spinto dal desiderio di vendetta contro coloro che si erano resi responsabili dei massacri nazi-fascisti.

A tal proposito si possono usare fonti documentarie a sostegno di quelle iconografiche in cui gli alunni sono invitati a leggere e sottolineare le parti che si riferiscono a questi argomenti:

  1. la testimonianza di Wanda Padovano  Testimonianze – Italiano – Istruzione – Yad Vashem
  2. la testimonianza di Chaim Millerhttp://www.mosaico-cem.it/articoli/primopiano/chaim-miller-il-cacciatore-di-nazisti

 

4^ FASE:

per finire in modo giocoso aggiungiamo un Memory Game con i manifesti di propaganda.