A partire dagli anni ’20, il Partito Nazista considerò la gioventù tedesca un obiettivo speciale dei suoi messaggi propagandistici. Quei messaggi insistevano sul fatto che il Partito costituisse un movimento particolarmente adatto ai giovani, in quanto fortemente dinamico, dalla mentalità elastica e che guardava al futuro con ottimismo. Milioni di giovani Tedeschi, inoltre, vennero conquistati dal Nazismo sia all’interno delle classi scolastiche che attraverso le attività extracurricolari. Nel gennaio del 1933, la Gioventù Hitleriana aveva solo 50.000 membri, ma alla fine dello stesso anno quella cifra si era incrementata fino a raggiungere più di due milioni di iscritti. Entro il 1936 avrebbe poi raggiunto i 5.4 milioni, ben prima cioè che iscriversi all’organizzazione diventasse obbligatorio, nel 1939. Inoltre, le autorità tedesche proibirono la costituzione di nuove organizzazioni giovanili, o sciolsero quelle già esistenti che potevano competere con la Gioventù Hitleriana.

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La Germania uscirà dalla guerra completamente rasa al suolo

Nel 1948, Roberto Rossellini, gira il film “Germania Anno Zero”

Berlino, 1947: il tredicenne Edmund mantiene una famiglia composta dal padre afflitto da una malattia cardiaca, da un fratello che vive nascosto a causa dei suoi trascorsi nazisti e da una sorella che talvolta si prostituisce. Licenziato dal lavoro, Edmund compie qualche furtarello sotto la guida di un anziano insegnante, nazista e pedofilo.

Edmund gli dà ascolto e uccide il padre avvelenandogli il tè. Dopo essere stato scacciato dal vecchio maestro, vaga in solitudine tra le macerie cittadine, entra in una casa devastata e si getta nel vuoto, sotto lo sguardo della sorella.