Abstract

Questo laboratorio si pone l’obiettivo di ricostruire le vicende che portarono alla liberazione dal nazifascismo della città di Ravenna. Gli argomenti trattati riguardano più in generale diversi aspetti legati alla seconda guerra mondiale in Italia, divisi in aree tematiche presentate agli studenti all’inizio del laboratorio. Tutto il lavoro preliminare di spiegazione e approfondimento sulla situazione romagnola e ravennate ha lo scopo di preparare lo studente ad affrontare la storia militare della Campagna d’Italia e comprendere man mano le tappe dell’avanzata alleata in Italia considerando nel contempo i movimenti partigiani e le risposte nazifasciste. Il fine sarà giungere non solo al 4 dicembre 1944, giorno della liberazione di Ravenna, ma continuando il focus ravennate sulla particolare storia della Giunta Popolare, fino alle elezioni amministrative del marzo 1946 per concludere con il referendum istituzionale del 2 giugno.

Oggetto del laboratorio

L’oggetto del laboratorio è la storia della città di Ravenna tra il 1943 e il 1946. Per conoscere le vicende della città durante la seconda guerra mondiale è stato deciso un approccio non ostinatamente cronologico, ma che cerca di partire dalla scomposizione in aree tematiche focalizzate sugli aspetti locali, per dare allo studente la possibilità di comprendere al meglio tutti i protagonisti della vicenda. Le aree tematiche individuate sono:

– RAVENNA
– GLI ALLEATI
– LA DIFESA NAZISTA lungo l’Appennino ed il litorale
– IL TERRITORIO romagnolo e ravennate
– GLI ITALIANI: fascisti, civili, partigiani

Il laboratorio è strutturato in modo che si possa passare tramite collegamenti diversi di idee, concetti, argomenti, immagini, testi, materiale multimediale, da un area all’altra, a seconda dell’interesse della classe, della preparazione o anche del tempo a disposizione.

Durata: 4 ore (2 incontri da 2 ore ciascuno)

Prerequisiti:

– conoscenza della storia della seconda guerra mondiale
– conoscenza degli sviluppi socio-politici ed economici in Europa tra le due guerre
– conoscenza della situazione italiana tra le due guerre
– conoscenza del fascismo

Obiettivi:

Lo studente a laboratorio concluso conoscerà:
– tutte le vicende militari che hanno portato alla liberazione della città di Ravenna
– il ruolo delle forze partigiane
– il ruolo delle donne nel movimento di liberazione
– la città di Ravenna prima, durante e dopo la guerra
– i residui bellici ancor oggi visibili sul territorio
– la particolarità del territorio ravennate e come esso ha inciso sull’andamento della guerra
– il ruolo delle forze alleate, la sua composizione e i cimiteri di guerra del Commonwealth presenti in provincia
– alcuni degli episodi più curiosi legati alla liberazione di questa zona
– alcune delle stragi più efferate commesse dai nazisti in questa zona

Metodologia e articolazione attività

– Durante il laboratorio si analizzeranno fonti fotografiche e video d’archivio provenienti dalla fondo IWM (Imperial War Museums di Londra) e dal fondo dell’Istituto Storico di Ravenna.
– Si ragionerà su mappe create appositamente tramite Google Maps e su fonti cartografiche provenienti da pubblicazioni britanniche a carattere militare.
– Verranno letti e analizzati estratti di testi autobiografici come Corsari in Jeep di Vladimir Peniakoff ed Il diario di Bulow di Arrigo Boldrini

Laboratorio

Prima fase è l’elicitazione: stimolare l’interesse verso l’argomento attraverso la visione di fotografie d’epoca. La Ravenna distrutta dai bombardamenti è quasi irriconoscibile. La stazione, il viale della stazione, il porto, i binari sono luoghi di difficile collocamento spaziale per come sono illustrati nelle fotografie. “Dove siamo? Che luogo è questo?” sono domande che stimolano la classe a ripensare ai luoghi della propria quotidianità (che probabilmente mai sarebbero stati oggetto di loro interesse e soggetto principale di una foto) e fare collegamenti temporali: com’era-com’è. Questo preliminare lavoro è accompagnato da una serie di dati statistici della città alla fine della guerra.

Ravenna 4 dicembre 1944


Il porto e la darsena

La stazione

Paradossalmente si è partiti dalla fine: com’era Ravenna a liberazione avvenuta.
Altre domande che possono rimanere aperte per una classe non preparata sono: “Che tipo di distruzioni sono? Aeree? Terrestri? Navali?” “Chi ha compiuto queste distruzioni?” (spesso la risposta iniziale è “i tedeschi”)
Il tema “Ravenna” è dunque il tema iniziale, che verrà trattato anche successivamente.

Il secondo tema affrontato sarà “Gli alleati”. Chi sono gli Alleati. Dallo sbarco in Sicilia, al 25 luglio 1943. Dall’8 settembre alla Linea Gustav. Focus sulla Battaglia di Montecassino e cimiteri alleati. Come cambia il territorio italiano da sud a nord e dove c’è la maggior concentrazione di luoghi di sepoltura militare.

Da chi è composto questo esercito di due armate. Il focus poi sulla composizione della 8° armata britannica.

Tema successivo riguarda la difesa nazista: dopo aver visto il posizionamento delle linee difensive tedesche nel centro sud ora si parla di Linea Gotica con alcuni dati a riguardo e foto di corredo.

320 km da Pesaro a La Spezia
fitta rete di fortificazioni
profonda oltre 16 km
2376 posizioni di mitragliatrici (1 ogni 150 metri)
480 postazioni per cannoni anticarro
centinaia di bunker in cemento armato con mortai e torrette dei carri armati Panzer da 88mm
campi minati, barriere e fossati anticarro.

Comprendere la particolarità di una linea costruita su quella che era considerata l’ultima barriera naturale prima delle Alpi. Capire la necessità di difesa anche sul litorale mostrando dapprima fonti fotografiche d’archivio e poi le fotografie scattate al giorno d’oggi con i residui dei bunker e altre metodologie di difesa militare costruita con il resistente cemento armato, siti ancora oggi visibili e visitabili.

Quarto tema da affrontare è l’analisi delle difficoltà incontrate dall’esercito britannico nella sua avanzata in Romagna nell’autunno-inverno 1944-45. Ciò è facile da collegare con la particolarità della pianura romagnola, attraversata da numerosi corsi d’acqua con un andamento quasi parallelo dall’Appennino alla costa adriatica, che forniscono una buona base difensiva per chi si deve difendere e può sfruttare a proprio vantaggio i corsi d’acqua e le piogge copiose dell’autunno ’44. Per affrontare questo tema si può partire da una cartina dell’Italia dove sono evidenziate due zone diverse liberate dagli Alleati per giungere ad una problematizzazione: perché la zona di gran lunga meno estesa viene liberata nello stesso lasso di tempo di una zona molto più estesa?

Dal diario di Vladimir Peniakoff:

“L’Ottava Armata forzò la Linea Gotica e raggiunse Rimini, la porta della pianura. Il comandante del Reggimento Corazzato Neozelandese si preparava a guidare i suoi carri armati nell’ultima battaglia della guerra in Europa, si pensava infatti fosse l’ultima…Intersecata da una rete di fiumi e canali di scolo, profondamente incassati fra argini alti talvolta fino 15 metri, la pianura padana era ancora meno adatta ad un inseguimento del nemico che non le regioni montuose che ci eravamo lasciati alle spalle. La carta topografica ce lo aveva sempre detto, ma noi speravamo che il nemico, sfondata la Linea Gotica, si sarebbe perso d’animo ed avrebbe fatto una fuga fino alle Alpi. Invece fece saltare i ponti, allagò i campi, opponendo una forte resistenza dietro ad ogni argine…fu una crudele delusione per ogni soldato dell’Ottava Armata”

Successivamente, collegandosi al tema del territorio si può parlare di chi vive in questo territorio e chi cerca di creare ed alimentare la lotta antifascista: il movimento partigiano. Chi sono? Uomini? Donne? Civili o militari? Che scopo hanno? Che tipo di vita facevano? Come combattono ? Che armi usano o che conoscenza del territorio sfruttano? Qualcuno li aiuta nel loro intento? Il rimando infine con l’Isola degli Spinaroni è d’obbligo, sia per la particolarità di una base partigiana “acquatica” che in preparazione della visione di filmati e foto che ci proiettano verso le vicende civili e militari nei dintorni di Ravenna.

A questo punto si ritorna brevemente su Ravenna. Come vive in questo periodo? Come si vive sotto un occupazione militare? Cosa è vietato? Cosa si rischia se si trasgredisce? Si possono di seguito mostrare alcune fotografie d’archivio e anche alcuni manifesti che rendono conto del rapporto tra l’occupante nazista e i ravennati. Questo consente anche di approfondire un aspetto tenuto meno in considerazione: la morsa in cui si trovano le città italiane. Strette tra l’occupazione militare nazifascista e i bombardamenti alleati. Ecco cos’è la guerra. Si può ragionare sia sulla vita difficile dei civili, le difficoltà di sopravvivere, la fame, la possibilità di morire da un momento all’altro, e la città di Ravenna, i suoi monumenti millenari famosi nel mondo e la disperata speranza di una salvezza indolore. Se Sant’Apollinare in Classe viene “salvata dalla distruzione” a metà novembre dal PPA di Popsky, un gruppo speciale di soldati, una settimana dopo si compie a Villa dell’Albero una delle stragi civili più efferate della provincia di Ravenna, commessa da una delle divisioni più tristemente famose, la 114° Jager Division.

L’occupazione di Ravenna da parte delle truppe tedesche avviene il 15 settembre 1943. Gran parte delle attività direttive civili passarono sotto il controllo dei fascisti repubblicani, contro i quali sorse un’opposizione in sordina che andò lentamente crescendo trasformandosi in organizzazione della lotta partigiana. In ottobre ’43 i tedeschi iniziarono la affissione di manifesti che proclamavano il divieto di ostruzionismo verso di loro, divieto di portare armi, di tenere manifestazioni e assembramenti di persone, pena la FUCILAZIONE. Nel frattempo giungono le notizie dei bombardamenti su Rimini e Bologna. L’ultima speranza dei ravennati è che il patrimonio monumentale salvi la città dalle bombe. Ma non sarà così…il 30 dicembre 1943 avviene il primo bombardamento su Ravenna. Fortunatamente gli obiettivi militari sono tutti concentrati nella zona nord della città, tra la stazione ed il porto. Al suono dell’allarme tutta la città si prepara ad evacuare verso la campagna, a piedi o in bicicletta. Aerei alleati sorvolano la città e sganciano le bombe sulle zone interessate. Il bilancio sarà di 40 morti: 23 militari e 17 civili. I bombardamenti riprendono in primavera ma sarà l’estate 1944 il momento di maggiore frequenza dei bombardamenti su Ravenna. Dal 29 giugno al 9 settembre la città subisce una quarantina di bombardamenti, di cui tre bombardamenti pesanti notturni.

“Nella sua storia bimillenaria Ravenna non aveva mai collezionato tanti disastri in così poco tempo”

Ora tutti i temi sono stati trattati e si può giungere alla fase militare: l’avanzata alleata, pur nelle difficoltà, è giunta nel territorio ravennate. Dove sta la particolarità della liberazione del capoluogo? Nell’accordo con la 28° Brigata Garibaldi e il suo comandante Bulow, la missione su una barca di pescatori per raggiungere Cervia aggirando il nemico, gli accordi per includere tutti i partigiani mobilitati nelle azioni contro i tedeschi nel tentativo di non bombardare ulteriormente la città, per salvaguardare i suoi preziosi monumenti.

Piano Bulow

Liberazione RA69.001

Le operazioni di accerchiamento e ingresso in città avranno successo, mentre a nord si sta combattendo la Battaglia delle Valli, protagonisti i partigiani della 28°. Spostato il fronte a ridosso del Reno e delle Valli di Comacchio a nord, e verso il Lamone e il Senio a Ovest, Ravenna tenta subito di riorganizzarsi e ripartire: nasce la Giunta Popolare. Questa porterà il governo della città fino alle amministrative del 7 aprile 1946.